Una gara combattuta e ad eliminazione, usurante per piloti e mezzi
meccanici, in cui i portacolori del Leone sono stati protagonisti dalla
prima all’ultima prova speciale, contendendo fino all’ultimo chilometro
all’ucraino Protasov la vittoria in WRC2.
Paolo Andreucci: Cosa ti passa
nella mente quando dopo oltre 380 km di prove speciali ti trovi dietro
di soli cinque decimi al tuo avversario? Sicuramente che stai facendo
uno degli sport più belli ed imprevedibili del mondo. E poi che non è
finita, che negli ultimi chilometri dell’ultima prova dovrai guidare
ancora meglio perché quello che hai fatto fino ad allora non è stato
sufficiente per essere in testa. Sono stati questi gli ultimi pensieri
che ho avuto prima che scattasse il verde dell’ultima PS. Ho spinto per
quanto ho potuto ma la speciale era molto stretta ed insidiosa, con
muretti a destra e a sinistra. Non siamo riusciti a recuperare ma è un
grandissimo risultato.
Da incorniciare e ricordare.
Primo italiano e
dentro i dieci contro le ben più potenti vetture della categoria WRC! E’
stata una gara fantastica e incredibile. Una 208 T16 capace di essere
prestazionale e di superare indenne una gara logorante come questa,
segno che il lavoro fatto da tutto il team è stato come sempre di
livello altissimo. Un rally giocato ottimamente sul piano della tattica e
della strategia, senza la ricerca del riscontro cronometrico a tutti i
costi ma badando a non assumere rischi inutili.
Un gran lavoro nel
scegliere sia regolazioni sia gli pneumatici Pirelli che sono stati
perfetti in tutti i quattrocento chilometri di gara. Mi porto a gara una
gran felicità per aver sfruttato nel migliore dei modi l’opportunità
che mi è stata data da Peugeot e, in più, una gran mole di dati sulla
vettura sulla terra che saranno utili per preparare il prossimo
appuntamento del Campionato Italiano Rally”.
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